Muppet

Pupazzi caotici o eroi perfetti? (Disney vs Muppets)


Da piccolo, come quasi ogni bimbo nato negli anni '90, sono cresciuto a pane e VHS. Ricordo con particolare affetto —e una punta di nostalgia— due tipologie di cassette che hanno plasmato il mio immaginario. La prima comprendeva le avventure dei Muppet, pupazzi antropomorfi chiassosi, imperfetti e caotici che ne combinavano di ogni colore spesso in un palco arrabattato e fatiscente. La seconda era rappresentata dai Classici Disney (Il Re Leone, Aladdin, Pocahontas), dove la trama epica si ripeteva con una precisione matematica: l'Eroe, il viaggio di formazione, la sconfitta del Male, il lieto fine garantito da una morale superiore.

Il confronto che ho appena citato non è solo un amarcord televisivo, ma apre lo spazio a un parallelismo fondamentale relativo al ruolo di studente e docente: siamo Muppets o siamo Disney?

La pedagogia accademica, quella insegnata nei manuali dei corsi abilitanti, propende inequivocabilmente per il Modello Disney. In questa narrazione, gli studenti sono dipinti come esseri in sviluppo lineare e prevedibile, ricettivi in modo 1:1 alle tecniche didattiche, destinati a un "Viaggio dell'Eroe" verso la competenza. Il docente è la guida illuminata (un Mufasa o un Genio) che accende una motivazione intrinseca infinita. Tuttavia, chiunque abbia messo piede in un'aula reale sa che quella visione patinata si sgretola dopo qualche minuto della prima ora di lezione. La realtà è Muppet. Ed è un bene che sia così: vediamo perché.

1. La Trama Disney: L'Illusione del Sistema Chiuso

Analizziamo il modello Disney in modo analitico. Una trama Disney rappresenta un Sistema chiuso con un contributo esterno nullo. Il "Regno" (la classe ideale) è un luogo di ordine precostituito. I ruoli sono gerarchici e ontologici: il Re (docente) è Re per diritto divino, l'Eroe (studente meritevole) è Eroe per destino.

In questo modello, la didattica è deterministica: Input Didattico X -> Apprendimento Y. Se qualcosa va storto, non è una varianza statistica, è un'anomalia morale che bisogna dissuadere e sconfiggere (l'alunno contrappositivo, per esempio). Qui nasce il pericolo dell'Elitarismo Pedagogico. Nel mondo Disney, il "Diverso" o l'Antagonista (Scar, Jafar, Ursula) è un elemento di disturbo che deve essere eliminato o esiliato affinché l'armonia torni. Conseguentemente si arriva a una situazione di umiliazione per lo sconfitto e trionfo per il buono, e questo è lo stato normale in cui il sistema si stabilizza. Traslato in classe: se il docente si sente l'Eroe senza macchia, lo studente oppositivo, svogliato o semplicemente "diverso" diventa il Cattivo che "rovina la lezione perfetta". L'unica soluzione narrativa prevista dal modello Disney è la sua sconfitta (nota, sospensione, bocciatura). Non c'è integrazione del caos, solo soppressione.

2. La Realtà Muppet: Strutture Dissipative e Resilienza

Entrare in una classe reale, invece, è come entrare nel teatro dei Muppet. La classe è un'entità disordinata. È un sistema aperto, costantemente lontano dall'equilibrio, attraversato da flussi di energia caotica, urti emotivi e imprevisti tecnici.

In questo scenario, il docente non è un monarca. È l'equivalente funzionale di Kermit la Rana. Kermit è un Project Manager perennemente sull'orlo di una crisi di nervi. Non ha un'autorità conferita dal cielo; è rispettato solo perché è l'unico capace di mediare tra la follia degli attori, le inevitabili occorrenze, e la necessità di andare in scena. La sua leadership non è autoritaria, è resiliente e innescata da una necessità comunicativa (verso il pubblico). Kermit non urla per imporre il silenzio assoluto: sospira, fa una faccia buffa in camera e cerca di canalizzare l'esplosione in qualcosa che assomigli a uno spettacolo, accettando "quel che viene".

3. Il Casting della Classe Reale (Psicologia dei Pupazzi)

Se smettiamo di cercare "Principi e Principesse" e iniziamo a guardare i nostri studenti per quello che sono, ritroveremo esattamente il cast di Jim Henson tra i banchi:

4. La Quarta Parete e l'Etica dell'Errore

C'è una differenza tecnica che diventa sostanza etica: la Quarta Parete. Nei film Disney l'illusione è sacra. I personaggi non sanno di essere in un film. Se la magia si rompe, il film finisce. Nei Muppet, la quarta parete viene infranta continuamente. I personaggi guardano in camera, parlano con il pubblico, ammettono che lo sketch sta fallendo. Eppure proseguono.

Questa è Metacognizione applicata. Una lezione "Disney" finge di essere perfetta anche quando nessuno capisce nulla: infatti il prof procede nel suo blaterare, no matter what. Una lezione "Muppet" ha l'onestà intellettuale di fermarsi. Il docente-Kermit guarda gli studenti e ammette: "Ragazzi, questa spiegazione non va bene. È un disastro, con voi non fa presa, non funziona. Azzeriamo e riproviamo." Questa vulnerabilità crea un legame di fiducia infinitamente più solido della perfezione sintetica.

5. Inclusione Radicale

Infine, il modello Muppet ci insegna la vera inclusione. Nella fiaba classica, il "diverso" (la Bestia, il Brutto Anatroccolo) viene accettato solo dopo una trasformazione che lo normalizza o lo rende eroico. Ma fermiamoci a pensare: è sempre possibile questa trasformazione? Nei Muppet, Gonzo rimane un mostro nasuto. Fozzie rimane un orso che non fa ridere. Animal rimane una bestia. Nessuno viene "curato". Nessuno viene "normalizzato". Il "lieto fine" non è la vittoria del Bene sul Male, ma il fatto che lo spettacolo è arrivato in fondo senza che il teatro bruciasse completamente, e che ognuno — con le sue stranezze intatte — ha contribuito al risultato.

Conclusione: Verso il "Good Enough"

Dobbiamo smettere di inseguire l'ideale Disney e abbracciare la filosofia del "Docente Sufficientemente Buono" (Donald Winnicott). Dobbiamo accettare che la nostra didattica sarà a volte sgangherata, che ci saranno esplosioni e critiche dal loggione. Questa accettazione è infinitamente più difficile che precostruire la nostra lezione modello (un copione gold-standard da ripetere anno dopo anno) e illudersi di aver raggiunto l'olimpo della didattica. La risposta è che questo semplicemente non funziona. La tiritera ripetuta nella nostra lectio magistralis potrà forse colpire qualcuno, ma non lascerà il segno. Non è che siccome abbiamo imparato a fare protesi alle gambe, possiamo agganciare la nostra protesi a un braccio mancante.

Se riusciamo, come Kermit, a tenere insieme la baracca con un po' di autoironia e molta resilienza, avremo insegnato ai nostri studenti qualcosa di più prezioso della perfezione: come sopravvivere al caos restando umani.

Nota Fisica a Margine:
La differenza tra i due modelli è, in ultima analisi, entropica. Il modello Disney cerca di annullare l'entropia (creando un cristallo perfetto ma fragile). Il modello Muppet accetta l'entropia come motore vitale, organizzandola in strutture complesse. È la differenza tra un mondo statico e un mondo vitale.



GC


home